La Chiesa italiana ha scelto il Piemonte e la Valle d’Aosta come sede principale per la celebrazione nel nostro Paese della prossima Giornata mondiale del migrante e del rifugiato. Nel programma della diocesi di Torino, la messa in Cattedrale del 27 settembre con il vescovo Nosiglia, un corso di alta formazione della Migrantes, due spettacoli, un cineforum, la presentazione di un libro e un meeting per i giovani.
La Chiesa italiana ha scelto le diocesi del Piemonte e della Valle d’Aosta come sede principale per la celebrazione nel nostro Paese della 106ª Giornata mondiale del migrante e del rifugiato (27 settembre 2020).
«Siamo onorati della scelta della CEI nei confronti della Chiesa piemontese – ha detto Sergio Durando, direttore della Pastorale migranti di Torino, al settimanale diocesano La voce e il tempo -. L’impegno delle nostre diocesi nei confronti dei migranti e dei rifugiati ha una lunga tradizione, a partire dai santi sociali che accoglievano i contadini dalle campagne, all’emigrazione dal Sud Italia nel dopoguerra ed ora con le nuove migrazioni dal Sud del mondo e dai Paesi in guerra come la Siria: dalla vicenda dell’ex MOI alla diocesi di Saluzzo impegnata nel sostegno alla manodopera straniera sfruttata nella filiera della raccolta della frutta, alla diocesi di Susa in prima linea nell’accoglienza dei “clandestini” che rischiano la vita per varcare il confine francese, all’impegno di tutte le diocesi nel difficile periodo dell’emergenza COVID, che ha messo in ginocchio le fasce più deboli delle popolazione, tra cui gli immigrati».
Mentre ieri come oggi «la Giornata ci richiama tutti a un cambio di mentalità e a considerare che il migrante non è solo un problema, ma una risorsa. La mobilità non riguarda solo chi sbarca a Lampedusa: il migrante è uno di noi perché la mobilità è parte della storia dell’umanità, riguarda i nostri nonni e i nostri figli».
27 settembre, prima & dopo: il programma sotto la Mole
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