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Dal Niger all’Italia con la pagella in tasca (e con un canale sicuro)

Arriveranno a Torino a settembre, dal Niger, i primi cinque minori non accompagnati e rifugiati che potranno continuare a studiare nel nostro Paese con l’iniziativa Pagella in tasca-Canali di studio per minori rifugiati. Faranno da apripista ad altri 30 coetanei nella loro situazione. Promosso da InterSOS e UNHCR, il progetto è innovativo sia perché adopera la “formula” del visto d’ingresso per motivi studio, che è previsto dalla legge italiana per i minori di 15-17 anni ma, ad oggi, non è mai stato utilizzato per l’ingresso degli under 18 rifugiati, sia perché ha una forte componente di “community sponsorship”.

 

 

Adam, 16 anni, ha il sogno di studiare per diventare un medico. È nato in un campo-rifugiati in Darfur. A 11 anni è fuggito da solo dal Sudan verso la Libia e da allora ha perso i contatti con la sua famiglia. Da due anni vive in un campo per rifugiati in Niger, tra i Paesi più poveri al mondo, dove non ha alcuna opportunità. Ma grazie all’impegno dimostrato nelle attività educative offerte dal campo, con altri quattro minori non accompagnati potrà partecipare al progetto Pagella in tasca-Canali di studio per minori rifugiati: a settembre i cinque ragazzi partiranno per l’Italia, dove, a Torino, saranno accolti da famiglie affidatarie e inizieranno ad andare a scuola.

I cinque ragazzi saranno i primi a beneficiare di questo nuovo progetto, lanciato ufficialmente oggi grazie alla firma dei ministeri dell’Interno, degli Esteri e del Lavoro e del Comune torinese.

Pagella in tasca-Canali di studio per minori rifugiati è promosso da InterSOS e UNHCR e prevede l’ingresso in Italia con un visto per motivi di studio di 35 minori non accompagnati oggi rifugiati in Niger. Questo significa che i ragazzi potranno usufruire di un canale di ingresso regolare e sicuro nel nostro Paese, dove potranno continuare a studiare senza rischiare la vita affidandosi ai trafficanti per attraversare il Mediterraneo.

(Foto da Intersos.org).

Si tratta di un “canale sicuro” innovativo rispetto ai canali oggi esistenti in Italia (corridoi umanitari, resettlement ecc.) perché, come affermano i promotori, è dedicato specificamente alla protezione dei minori non accompagnati; perché adopera la “formula” del visto d’ingresso per motivi studio, che è previsto dalla legge italiana per i minori di 15-17 anni ma, ad oggi, non è mai stato utilizzato per l’ingresso di under 18 rifugiati; e perché ha una forte componente di “community sponsorship”, attraverso il coinvolgimento delle famiglie affidatarie, dei tutori volontari e di organismi del privato sociale accanto alla presa in carico istituzionale.

L’immagine-simbolo di Pagella in tasca è la vignetta con cui il disegnatore Makkox ha ricordato un drammatico episodio del 18 aprile 2015: tra le mille vittime del naufragio avvenuto quel giorno fu ritrovato un ragazzo di 14 anni con una pagella cucita all’interno della giacca.

Certo «questo progetto è solo una goccia nel mare – sottolinea Cesare Fermi, responsabile per l’Europa di InterSOS -. Questi 35 minori entreranno in Italia con un canale di ingresso regolare e sicuro a fronte di oltre 700 persone morte nel Mediterraneo centrale nei primi sei mesi del 2021 e di oltre 13 mila persone intercettate e riportate forzatamente in Libia mentre cercavano di fuggire dalla guerra, dalle violenze e dalle torture. Questo progetto pilota è però anche un primo passo importante. L’apertura di un nuovo canale di ingresso, infatti, potrà consentire in futuro anche ad altri minori non accompagnati di entrare in Italia in modo protetto».

Insieme all’ONG InterSOS e all’UNHCR, sono partner del progetto il Comune di Torino, la rete CPIA Piemonte, l’Arcidiocesi di Torino e altre organizzazioni attive sotto la Mole. Il progetto è stato realizzato con il sostegno della CEI nell’ambito della campagna “Liberi di partire, liberi di restare” – Fondi Otto per Mille della Chiesa italiana), della Fondazione Migrantes, dell’ACRI nell’ambito del progetto “Migranti” e della Fondazione Compagnia di San Paolo.

Per altre info cliccare qui.

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