Partirà a ottobre un percorso formativo di alto livello rivolto a 60 migranti residenti in Piemonte per «proporre il cibo tradizionale come strumento di dialogo e relazione con il territorio». Ma anche per offrire gli strumenti per trovare lavoro o aprire un’attività in proprio nella ristorazione.
L’ufficio Migranti di Slow Food International ha presentato il progetto “Le ricette del dialogo. Cibo e storie per l’intercultura e l’integrazione”. L’iniziativa mira a selezionare 60 migranti residenti in Piemonte per coinvolgerli in un percorso formativo di alto livello composto di 6 moduli di 4 ore a partire dal prossimo ottobre (la sede è ancora da decidere).
L’obiettivo di fondo è «proporre il cibo tradizionale come strumento di dialogo e relazione con il territorio», offrendo ai partecipanti l’opportunità di costruirsi un curriculum “appetibile” per trovare lavoro nel mondo del “food”, ma anche per avviare un’attività legata alla ristorazione.
Fra le materie di studio vi saranno l’HACCP (cioè le procedure per la buona conservazione degli alimenti), la stagionalità dei prodotti e gli elementi legali del “fare impresa”. Inoltre, come spiega Abderrahmane Amajou, coordinatore del tema migranti a Slow Food International, «ai partecipanti sarà data l’opportunità di raccontare le proprie storie attraverso le ricette di cucina».
Ma si pensa anche a un percorso per creare interazione e integrazione direttamente a casa di 10 partecipanti, che accoglieranno all’interno delle loro abitazioni cittadini del posto. Per questo sottogruppo è previsto un ulteriore contributo economico per organizzare l’allestimento.
L’iniziativa è promossa da Slow Food, LVIA, Renken, Colibrì, Panafricando, ASBARL, Regione Piemonte e Città di Torino ed è finanziata dall’Agenzia Italiana per la cooperazione allo sviluppo (AICS).
Candidature e info su modulo on line: cliccare qui per il link.
1 commento
Credo che il cibo unisca come le parole. La syriya ha bisogno di aiuto e noi glielo dobbiamo offrire secondo il nostro potere.