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Milano, metropoli di (stra)ordinaria accoglienza

Presentata oggi l’indagine del Naga sull’accoglienza dei richiedenti asilo fra Milano e provincia. «Il sistema dei centri di accoglienza straordinaria (CAS) continua a prevalere su quello ordinario in un rapporto di 1 a 10 e la casualità, l’eterogeneità delle strutture, della loro gestione e della preparazione degli enti gestori, insieme alla mancanza di uno “sguardo al futuro” e complessivo, sono gli elementi strutturali che caratterizzano il sistema attuale».

«Il dato che emerge più chiaramente dalla nostra indagine è che l’accoglienza continua ad essere gestita come straordinaria. Il sistema dei centri di accoglienza straordinaria (CAS) continua infatti a prevalere su quello ordinario in un rapporto di 1 a 10 e la casualità, l’eterogeneità delle strutture, della loro gestione e della preparazione degli enti gestori, insieme alla mancanza di uno “sguardo al futuro” e complessivo, sono gli elementi strutturali che caratterizzano il sistema attuale. Questi elementi incidono enormemente sul presente e sul futuro degli accolti, tra i quali abbiamo rilevato un aumento di persone vulnerabili, come minori non accompagnati e vittime di tratta, e una crescente e generalizzata fragilità, anche psicologica», affermano i volontari dell’associazione Naga, che hanno presentato oggi a Milano il rapporto (Stra)ordinaria accoglienza  sul sistema di accoglienza dei richiedenti asilo nella metropoli lombarda e nella sua provincia.

Il quadro cittadino secondo il Naga potrebbe essere migliorato solo con alcuni interventi decisivi: l’eliminazione del “doppio sistema”  di accoglienza prefettizia e SPRAR, a favore di un unico sistema «conforme almeno agli standard SPRAR»; «nessun rinnovo di convenzioni con enti gestori che non abbiano erogato in precedenza i servizi previsti dalle convenzioni o con enti coinvolti in inchie­ste giudiziarie»; l’introduzione, negli appalti, di standard di assegnazione legati alla qualità del ser­vizio e non «basati sulla sola logica del “ribasso” economico». Inoltre, occorre evitare «che eventuali attività di volontariato assumano una valenza premiale».

L’indagine del Naga si è svolta tra maggio 2016 e settembre 2017 grazie al lavoro dei volontari dell’associazione e attraverso diversi strumenti metodologici: 45 visite in strutture di accoglienza, interviste a responsabili degli enti gestori e a richiedenti asilo ospiti in centri di accoglienza straordinaria (CAS), le risposte raccolte con 57 questionari on line ad altrettanti operatori degli enti gestori e l’analisi di dati istituzionali.

Allegato

(Stra)ordinaria accoglienza, il rapporto integrale (file .pdf)

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IL DIRITTO D’ASILO - REPORT 2020

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