Dopo i sei avvisi di chiusura delle indagini preliminari per il naufragio di Cutro del febbraio 2023 trasmessi dalla Procura di Crotone, ci si interroga sulle più ampie responsabilità all’origine del disastro. Mentre la Fondazione Migrantes ricorda ancora una volta: «Oggi più che mai occorre un’operazione Mare Nostrum a livello europeo».
«È certamente importante accertare le eventuali responsabilità personali, ma è altrettanto doveroso individuare le enormi responsabilità politiche alla base del mancato intervento di salvataggio». Lo ha detto il deputato Riccardo Magi (Più Europa) commentando l’avviso di chiusura delle indagini preliminari trasmesso a quattro finanzieri e due militari della Guardia costiera per il ritardo nei soccorsi che potrebbe aver causato il naufragio di Cutro del 26 febbraio 2023.
«Aver trattato questo come altri eventi di emergenza degli ultimi anni come operazioni di polizia anziché come potenziali naufragi con rischio di vita per molte decine di persone discende infatti da una chiara indicazione politica – ha aggiunto il parlamentare -. È stato fatto tutto quanto in potere delle autorità italiane per evitare quella strage? Lo chiedemmo in aula alla presidente Meloni nei giorni immediatamente successivi alla strage di Cutro. La risposta è no».
Quell’aereo di Frontex
Sulle responsabilità del disastro di Steccato di Cutro (94 morti accertati fra cui 30 minori e un numero imprecisato di dispersi) è intervenuto anche mons. GianCarlo Perego, presidente della Fondazione Migrantes, in un’intervista per Famigliacristiana.it.
«Un esito, quello della Procura di Crotone, che ci dice come ad oggi l’attenzione sia stata concentrata sul controllo delle frontiere marine e non su un meccanismo di salvataggio delle persone – ha affermato il presidente della Migrantes -. Sappiamo che queste persone alla deriva erano state segnalate da un aereo di Frontex e quindi c’erano tutti gli elementi per conoscere la gravità della situazione. Un rinvio a giudizio da leggere su un piano politico».
«Perché da leggere su un piano politico?», è stato chiesto a Perego. La sua risposta: «L’attenzione non è stata più data alle persone che sono in difficoltà in mare: basti pensare al trattamento destinato alle ONG costrette dopo i salvataggi a raggiungere porti sempre più lontani nel Centro o nel Nord Italia, allontanandosi così dalla zona di ricerca e soccorso dove la loro presenza è necessaria per salvare vite umane. Dopo la strage di Cutro le condizioni per chi ha affrontato la traversata nel Mediterraneo sono peggiorate, meno sbarchi ma più morti».
“Accordi con Paesi terzi? Per il salvataggio, non per ‘contenere’ nel degrado”
«Ciò che accade – ha detto ancora Perego -, un numero di morti che nel 2023 non era mai stato così alto da dieci anni, è la conseguenza di una gestione politica del fenomeno migratorio. Oggi più che mai occorre un’operazione Mare Nostrum a livello europeo, e gli accordi con Paesi terzi dovrebbero essere indirizzati al salvataggio delle persone e non al trattenimento in situazioni degradanti».
Mediterraneo centrale: più letale rispetto al ’23 la rotta verso Italia e Malta*** Aggiornamento, fonte: elaborazione Vie di fuga su dati rapporto Il diritto d’asilo 2023 Migrantes e OIM 2024 ***
g.go. |
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