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Non accompagnati 2016/ 2: le insufficienze, lo sfruttamento. E una proposta

(Segue dalla news precedente) I dossier di Oxfam e Save the Children Italia. Il cantiere della normativa. E una modesta proposta (molto modesta, visti i numeri): perché non sperimentare una “ripartizione equilibrata” nei Comuni italiani a partire dai minori non accompagnati oggi presenti nel nostro Paese? Almeno con loro dovremmo farcela…

Luglio 2016: O., 16 anni, gambiano, nel centro dove si trova attualmente posa con il viso protetto da un autoritratto (foto Oxfam/L. Baldelli).
Luglio 2016: O., 16 anni, gambiano, nel centro dove si trova attualmente posa con il viso protetto da un autoritratto (foto Oxfam/L. Baldelli).

 

«Nonostante l’impegno della società civile e di molti Comuni e Regioni, il sistema di accoglienza italiano appare ancora inadeguato a tutelare i minori non accompagnati e i loro diritti», ha sintetizzato Oxfam Italia presentando in queste settimane il rapporto Grandi speranze alla deriva.

I centri dove vige l’“approccio hotspot”, come i CPSA di Pozzallo e Lampedusa, «si trovano in una condizione cronica di sovraffollamento e non offrono servizi adeguati, nemmeno dal punto di vista igienico-sanitario».

Per l’insufficienza di posti nella seconda accoglienza, in Sicilia, «soprattutto quando gli sbarchi si fanno più frequenti, i minori stranieri restano bloccati nelle comunità di prima accoglienza, quando non direttamente nei centri dove è attivo l’approccio hotspot (dove per legge non potrebbero essere confinati oltre le 48-72 ore), in attesa che si liberi un posto in seconda accoglienza».

Ancora, «altri minori hanno parenti in altri Paesi europei e non desiderano fermarsi in Italia. Inevitabili le conseguenze. In diversi fuggono dai centri di accoglienza e si ritrovano a vivere per strada, trovandosi così esposti a rischi ancora maggiori. Un quadro che mette in evidenza l’inadeguatezza dell’approccio europeo e italiano al fenomeno migratorio».

AAA Piccoli “schiavi” cercansi

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Foto Oxfam 2016.

Intanto, Save the Children aveva già aggiornato il suo costante monitoraggio sui Piccoli schiavi invisibili. I minori vittima di tratta e sfruttamento: chi sono, da dove vengono e chi lucra su di loro. Una parte di questi ragazzi sono i MSNA che il “sistema” italiano non riesce a trattenere, per via dei loro “progetti migratori” o delle “reti” in cui sono invischiati, ma anche per la sua inadeguatezza.

«Rispetto al totale dei minori non accompagnati arrivati nel 2015 – riferisce l’ONG nel suo dossier –, quasi 5.400 erano originari di Paesi come Eritrea, Somalia, Siria, Palestina e Afghanistan, giunti in Italia con il preciso obiettivo di raggiungere altri Paesi del Nord Europa e perciò determinati ad abbandonare quasi subito le strutture di prima accoglienza per proseguire da soli, tramite il supporto dei trafficanti, il loro viaggio verso il Nord Europa, con il rischio di finire in circuiti di grave sfruttamento».

Save the Children registra «la presenza in Italia di ragazze sempre più giovani di nazionalità nigeriana e rumena, costrette alla prostituzione su strada o in appartamenti».

Mentre attraverso le sue unità mobili e di outreach Save the Children «ha intercettato anche gruppi di minori egiziani, bengalesi e albanesi inseriti nei circuiti dello sfruttamento lavorativo e nei mercati del lavoro in nero, costretti a fornire prestazioni sessuali, spacciare o commettere attività illegali. Come emerge dalle testimonianze di questi ragazzi e ragazze, in Italia rimane alta la domanda di persone costrette a forme assimilabili alla schiavitù. Sono per lo più adolescenti che spesso lavorano per strada sotto gli occhi di tutti».

MSNA: cantiere normativa & bandi, lavori in corso

Foto Oxfam 2016.
Foto Oxfam 2016.

È stato prorogato al prossimo 28 settembre il termine per la presentazione di progetti a valere sull’avviso FAMI (Fondo asilo, migrazione e integrazione) per il “Potenziamento della capacità ricettiva del sistema di seconda accoglienza dei Minori Stranieri non Accompagnati (MSNA)”.

È del 1° settembre (G.U. 8 settembre) il DM “Istituzione di centri governativi di prima  accoglienza dedicati  ai minori stranieri non accompagnati”.

È criticabile e criticato l’art. 1-terMisure straordinarie di accoglienza per i minori stranieri non accompagnati” del DDL di conversione in legge del DL 24 giugno 2016, n. 113 sulle “misure finanziarie urgenti per gli enti territoriali e il territorio”, approvato dalla Camera il 21 luglio 2016. Ma data la situazione, permetterebbe comunque di distribuire meglio i MSNA sul territorio nazionale, alleggerendo le regioni del Sud.

Ma intanto, come ricorda Save the Children, questo 2016 ha registrato «un fatto importante per il contrasto alla tratta e allo sfruttamento in Italia»: nel Consiglio dei ministri del 26 febbraio il governo ha finalmente adottato il Piano nazionale d’azione contro la tratta e il grave sfruttamento degli esseri umani (PNA)».

“Ripartizione equilibrata”, una modesta proposta

Il cartello “lavori in corso” continua ad essere appeso anche sul piano per una ripartizione equilibrata di richiedenti asilo nei Comuni italiani: se ne parla e se ne discute da mesi. (vedi qui; qui invece la mappa della situazione attuale realizzata dal quotidiano La Stampa).

Ma se questa benedetta ripartizione iniziassimo a sperimentarla seriamente proprio con un piano ad hoc per i MSNA? Invece del totale delle 158 mila persone oggi in accoglienza, qui si tratterebbe, lo abbiamo visto, di appena 12.700 ragazzi e bambini. Almeno così ce la potremmo fare, prima o poi.

Collegamento

I non accompagnati nella Relazione della Commissione parlamentare d’inchiesta sul sistema di accoglienza: v. pagg. 121-135

Leggi anche su Vie di fuga

Il “Tutore accoglienTe” dei minori stranieri non accompagnati

Bando “Never alone”: le fondazioni per i non accompagnati

 

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