Il numero di sfollamenti associati a conflitti e violenze nel corso del 2022 è quasi raddoppiato. Mentre quasi tutti gli sfollati per disastri ambientali sono stati messi in fuga da eventi climatici: alluvioni, tempeste e siccità. L’IDMC di Ginevra: «Conflitti, disastri e sfollamento interno hanno aggravato lo stato di insicurezza alimentare globale, già preoccupante per via della lenta e irregolare ripresa dalla pandemia di COVID-19».
«Il numero di sfollamenti associati a conflitti e violenze è quasi raddoppiato, fino a raggiungere i 28,3 milioni di persone. La guerra in Ucraina ne ha causati 16,9 milioni, la cifra più alta mai registrata per qualsiasi Paese. Invece, il fenomeno meteorologico della “Niña” è proseguito per il terzo anno consecutivo, portando a livelli record lo sfollamento per alluvioni in Paesi come il Pakistan, la Nigeria e il Brasile. Ma ha alimentato anche la peggiore siccità mai registrata in Somalia, Etiopia e Kenya, che ha provocato 2,1 milioni di movimenti interni».
Sono cifre sconfortanti, quelle del nuovo Global report on internal displacement (GRID) 2023 appena pubblicato dall’Internal displacement monitoring centre (IDMC) di Ginevra, il più autorevole centro studi a livello mondiale per il fenomeno degli sfollati interni a causa di guerre, violenze e disastri ambientali.
I dati che abbiamo riportato sopra riguardano le persone sradicate dalle loro case e zone d’origine nel solo 2022. Perché alla fine dell’anno scorso, nel mondo, gli sfollati interni avevano superato la cifra totale di 71 milioni (62,5 per guerre e violenze e 8,7 milioni per disastri), mai raggiunta in precedenza e superiore del 20% ai 59,2 milioni di fine 2021.
Quasi tutti i 36,2 milioni di persone sfollati per disastri ambientali nel corso del 2022, il 98%, sono stati messi in fuga da eventi climatici: alluvioni, tempeste e siccità (il restante 2% riguarda terremoti, eruzioni vulcaniche e smottamenti).
«Conflitti, disastri e sfollamento interno – osserva il GRID 2023 in un approfondimento monografico su fame e sfollati – hanno aggravato lo stato di insicurezza alimentare globale, già preoccupante per via della lenta e irregolare ripresa dalla pandemia di COVID-19. I dati disponibili sulla sicurezza alimentare e sullo sfollamento interno sono ben lungi dall’essere esaurienti, ma rivelano come i due fenomeni si sovrappongano. Tre quarti dei Paesi in cui sono state realizzate valutazioni sulla sicurezza alimentare presentano popolazioni di sfollati interni. RDC, Nigeria, Afghanistan, Etiopia e Yemen, che hanno registrato nel 2022 i valori più elevati di persone in situazione di insicurezza alimentare acuta, contano nei loro confini oltre 26 milioni di sfollati, oltre un terzo del totale globale».
Ma il rapporto dell’IDMC aggiunge anche: «L’Ucraina e la Russia sono tra i maggiori produttori mondiali di fertilizzanti e di grano. Così, la guerra fra questi due Paesi ha avuto delle ricadute sulle catene di approvvigionamento globali e sui prezzi dei generi alimentari, accrescendo l’insicurezza in molti Paesi che, fra l’altro, si trovano ad affrontare il fenomeno dello sfollamento interno».
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