Nel 2015 il territorio dell’“UE+” ha registrato circa 1.350.000 richieste di protezione, oltre il doppio rispetto al 2014. Causa dell’escalation, certifica l’EASO, è il deteriorarsi delle condizioni di sicurezza nei principali Paesi d’origine.
Nei suoi contorni generali il fenomeno è ormai è noto a chiunque, anche a chi fino a un anno fa ignorava (e forse ignora ancora) che cosa sia il diritto d’asilo nell’ambito più vasto delle migrazioni. Ma adesso arriva la precisione statistica: nel 2015 il territorio della cosiddetta “UE+” (i 28 Paesi dell’Unione europea più Svizzera e Norvegia) ha registrato circa 1.350.000 richieste di protezione, oltre il doppio rispetto al 2014 e il numero più elevato dall’inizio di queste rilevazioni, nel 2008.
Siria, Afghanistan, Irak sempre più insicuri
Causa principale dell’escalation secondo l’EASO, fonte di questi dati, è «il deteriorarsi del contesto di sicurezza nei maggiori Paesi d’origine», cioè la Siria, l’Afghanistan e l’Irak. L’anno scorso il picco mensile più elevato di richiedenti si è registrato a ottobre, con 176.430 persone.
L’EASO precisa in nota che il totale di richiedenti asilo registrati (1.349.638 nell’anno) comprende effettivamente i 30 Paesi dell’UE+ solo fino ad agosto: per i mesi successivi mancano ancora all’appello i dati di qualche Paese membro (ad esempio, di tre Paesi per dicembre).
Non accompagnati: uno su due sono afghani
Il 2015 ha visto salire anche la percentuale di minori non accompagnati, dal 4% circa di tutti i richiedenti asilo nel 2014 al 6% nel 2015. Si tratta soprattutto di ragazzi e bambini afghani (oltre la metà del totale), siriani, eritrei, irakeni e somali.
Western Balkans, è giro di vite
A proposito dei Paesi dei Balcani occidentali, l’EASO segnala che «varie misure hanno portato a una diminuzione di richiedenti asilo dal Kossovo nel corso dell’anno ma, di contro, sono cresciute quelli che hanno lasciato l’Albania». Misure restrittive sono state adottate in particolare dalla Germania, destinataria di oltre il 70% delle richieste d’asilo dei Balcani occidentali, tramite il ricorso al concetto di “Paese sicuro”, a canali accelerati d’esame delle domande e a procedure accelerate di rimpatrio.
Allegato
Tutti i dati nel documento Latest asylum trends for 2015 (EASO, in inglese, febbraio 2016, file .pdf 490 kbyte)
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