Unisce nove Paesi fra cui l’Italia il progetto del Passaporto europeo per le qualifiche dei rifugiati, un documento che contiene la valutazione dei titoli di studio dei titolari di protezione internazionale che non hanno con sé i documenti per dimostrarli. Sono 31 i “Passaporti” rilasciati nella prima sessione di valutazione italiana. In questo novembre a Milano e a Torino la seconda sessione.
Unisce come partner i ministeri per l’Educazione e la ricerca e gli uffici per il riconoscimento dei titoli formativi di Grecia, Norvegia, Armenia, Canada, Francia, Germania, Olanda, Regno Unito e Italia (che partecipa anche con la Conferenza dei rettori) e ha il supporto delle rappresentanze UNHCR in Grecia e a Strasburgo: è il progetto del Passaporto europeo per le qualifiche dei rifugiati (EQPR), basato sulla Convenzione per il riconoscimento dei titoli di studio relativi all’insegnamento superiore del Consiglio d’Europa.
Fra le molte difficoltà con cui i migranti devono lottare c’è quella di riuscire a dimostrare di aver completato un percorso di studi, cioè di essere in possesso di un diploma o di un attestato che li “qualifichi”. Da qui l’iniziativa del Passaporto europeo, che nel nostro Paese è promossa dal CIMEA e alla quale hanno aderito un terzo degli atenei.
Nei giorni scorsi l’EQPR è stato presentato a Torino dall’Università statale in collaborazione con il Consiglio d’Europa: si tratta di un documento che contiene la valutazione dei titoli di studio dei rifugiati (titolari di protezione internazionale) che non hanno con sé la relativa documentazione per dimostrarli. Inoltre il Passaporto contiene informazioni sulle esperienze lavorative e sulle competenze linguistiche.
Il CIMEA ha attivato un Coordinamento nazionale per la valutazione dei titoli composto da esperti del settore amministrativo che lavorano all’interno delle istituzioni.
Nello scorso luglio si è svolta nelle università di Cagliari e Sassari la prima sessione italiana di valutazione dei titoli di rifugiati nell’ambito dell’EQPR. Sono 44 i questionari compilati, 42 le interviste svolte in presenza e 31 i “passaporti” rilasciati dopo aver valutato soprattutto titoli di scuola secondaria superiore. La maggior parte dei candidati che hanno ottenuto l’EQPR hanno deciso di immatricolarsi presso i due atenei sardi per l’anno accademico 2018-2019.
In questo novembre è stata messa in agenda una seconda sessione di valutazione presso le Università di Milano e Torino.
«L’obiettivo è che le informazioni contenute nell’EQPR vengano interpretate e accettate in qualsiasi Paese europeo – informa l’Università di Torino -. Secondo stime elaborate dal CIMEA, nel lungo periodo questo meccanismo andrà ad ammortizzare i costi sostenuti dallo Stato ospitante, facilitando e accelerando la valutazione delle qualifiche dei rifugiati».
Allegato
La brochure del Passaporto europeo con tutte le informazioni (file .pdf)
Collegamento
Tutte le iniziative del CIMEA per il riconoscimento dei titoli dei rifugiati (file .pdf)
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