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Soggiorno di lungo periodo e “Qualifiche”: in Gazzetta ufficiale (finalmente) i decreti

Da domani è possibile anche ai rifugiati e ai beneficiari di protezione sussidiaria richiedere il permesso di soggiorno di lungo periodo che consente di lavorare nell’Unione Europea: il requisito principale, i cinque anni di soggiorno, va calcolato a partire dalla data di presentazione della domanda di protezione. Intanto fra passi in avanti e occasioni mancate è stata recepita anche la “nuova” Direttiva qualifiche del 2011.

È uscito in Gazzetta Ufficiale (24 febbraio 2014) il Dlgs 12/2014 che recepisce la Direttiva 2011/51/UE che estende ai rifugiati e alle persone in protezione sussidiaria la possibilità di ottenere il permesso di soggiorno Ue per soggiornanti di lungo periodo. La nuova normativa italiana modifica l’art. 9 del Testo unico sull’immigrazione (il Dlgs 286/98) ed entra in vigore domani 11 marzo.
La persona in protezione internazionale e la sua famiglia non devono presentare documenti relativi a un alloggio  “idoneo”, anche se è necessaria la residenza anagrafica. Si richiede un reddito pari all’importo annuo dell’assegno sociale; tuttavia per le persone in situazione di vulnerabilità un alloggio concesso a titolo gratuito da parte di enti pubblici o privati riconosciuti concorre “figurativamente” a formare il 15% del reddito. Non si è chiamati a superare il test di conoscenza della lingua italiana.
Infine, il calcolo dei cinque anni di soggiorno richiesti per il rilascio del permesso di lungo periodo inizia dalla data di presentazione della domanda di protezione.

“L’integrazione sociale? Ci penserà un Piano…”

In Gazzetta Ufficiale dello scorso 7 marzo, invece, è stato pubblicato il Dlgs 18/2014 che recepisce la “nuova” Direttiva europea “qualifiche” 2011/95. «Si migliorano le norme per il riconoscimento delle qualifiche di status di rifugiato e di protezione sussidiaria e si uniforma il trattamento dei beneficiari di entrambe le qualifiche, tra l’altro portando a cinque anni la durata del permesso di soggiorno per protezione sussidiaria», commenta l’Asgi.
Ma slittano a un futuro Piano nazionale le misure di integrazione sociale per i beneficiari di protezione internazionale. Il Piano «dovrà essere progettato da un apposito Tavolo di concertazione a cui parteciperanno le amministrazioni statali, regionali e locali e gli enti del privato sociale e avrà comunque come limite quello delle risorse economiche già disponibili a bilancio dello Stato».
Il Dlgs 18/2014 entrerà in vigore il prossimo 22 marzo.

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