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Archivio Tag: guerra

“Canali sicuri” e “zone sicure”: le proposte di movimenti e ONG

L’opzione dei “canali sicuri” di accesso all’Unione Europea è trascurata dalle “Agende” e dal dibattito ufficiale in tema di migrazioni forzate. Ma non da movimenti e ONG. Mentre il prestigioso istituto su armi e disarmo SIPRI chiede almeno di esplorare la praticabilità delle “zone sicure” in Siria: “Se si deve usare la forza, meglio usarla per salvare le persone piuttosto che lanciare raid che creano solo martiri, i quali a loro volta ispirano nuovi militanti”.

Mali

Popolazione: 15.300.000 abitanti (fonte UNDP) Superficie: 1.240.192 km² (fonte UNData) Aspettativa di vita alla nascita: 55 anni (fonte UNDP) Rifugiati all’estero: 139.267 alla fine del 2014 (fonte UNHCR, Global Trends 2014) Richiedenti asilo all’estero: 12.247 alla fine del 2014 (fonte UNHCR, Global Trends 2014) Sfollati interni: 99.816 alla fine del 2014 (fonte UNHCR, Global Trends 2014) Rifugiati stranieri nei confini: 15.195 alla fine del 2014, soprattutto mauritani (fonte UNHCR) Erede di imperi medievali, poi colonia francese e indipendente dal 1960, dopo aver vissuto fra il 1992 e il 2012 un ventennio di promettente democrazia la Repubblica del Mali, Paese della “striscia” del Sahel, è stata messa in ginocchio dalla guerra civile e dal colpo di Stato militare che l’hanno sconvolta fra 2012 e 2013, e da una ripresa degli scontri nella primavera del 2014. Anche per via di queste vicende recenti il Mali resta uno dei Paesi più poveri e instabili a livello globale, fra gli ultimi per indice di sviluppo umano. La situazione: combattimenti senza fine Dopo decenni di rivolte, tregue e rivendicazioni una ribellione dei tuareg, alimentata da armi e combattenti giunti dalla Libia, attacca le guarnigioni governative del Nord nel gennaio 2012: è l’inizio di un’escalation senza precedenti. A marzo, nella capitale Bamako un colpo di Stato militare depone il presidente Amadou Toumani Toure, giudicato troppo debole contro i ribelli. Ma ad aprile i tuareg del MNLA (Movimento nazionale di liberazione dell’Azawad), che hanno preso il controllo del Nord del Paese, possono dichiarare unilateralmente l’indipendenza. E tuttavia

Il sale della terra

Il sale della terra – Wim Wenders e Juliano Ribeiro Salgado (regia) – Documentario – 110′ – Decia films, Amazonas Images, Solares Fondazione delle arti – Brasile, Francia, Italia 2014 Oggi non li vediamo così. Rischiano di morire annegati o di freddo, continuano a fuggire in massa da Paesi dove la vita è impossibile e a stiparsi in campi mostruosi lontani dall’Europa. Ma non sono, non sembrano più i profughi e i rifugiati che Sebastião Salgado ha incontrato e ritratto nei suoi reportage degli scorsi decenni:  spesso uomini, donne, bambini ridotti a scheletri vivi, lasciati a lottare da soli contro la strada, la fame e la sete dopo essere stati scacciati dalla siccità e dalla guerra in Sahel, in Eritrea e in Etiopia a partire dagli anni ’80, oppure risucchiati negli esodi seguiti alle carneficine dei Grandi Laghi nei ’90, fra l’impotenza e l’incapacità di quella che continuiamo a chiamare “comunità internazionale”. Questi rifugiati e profughi ce li eravamo dimenticati. Ma ce li rimette sotto gli occhi questo documentario sulla vita e le opere del grande fotografo brasiliano nato nel 1944, perché i registi, Wenders e uno dei due figli dello stesso Salgado, ripropongono fra l’altro molte delle sue istantanee africane. Immagini “perfette” e solenni, che senza limitarsi alla denuncia si sforzano sempre di riaffermare, nonostante tutto, la dignità di corpi e persone. E scatto dopo scatto (anche se questo film potente e suggestivo è tutt’altro che una monografia sullo sradicamento forzato nell’Africa subsahariana!) ti si annida nella mente, ostinata, una domanda che ha

Capire il Kurdistan, oltre la cronaca

In Siria le cronache sulla guerra che coinvolge anche il “Rojava” curdo incalzano, dalla liberazione di Kobane all’amara constatazione che il conflitto continua (secondo la Bbc, oggi l’Isis forse controlla più territorio rispetto all’inizio dei bombardamenti alleati di fine estate 2014). Ma un recente incontro organizzato a Torino sulle “prospettive del Kurdistan” ha avvertito: cercare di fare chiarezza sui drammatici eventi che si stanno verificando in Medio Oriente significa compiere un delicato lavoro di ricostruzione storica su quelle regioni.

Gaza: 475 mila sfollati prima del cessate il fuoco

La chiamano “guerra asimmetrica”: a partire dall’8 luglio, raid aerei, lanci di razzi e di mortaio hanno causato da un lato del “fronte” 2.104 morti palestinesi, in gran parte civili (1.462, fra cui 500 minori e 250 donne) e dall’altro la morte di 64 soldati e quattro civili israeliani. Mentre gli sfollati interni hanno superato il 25% della popolazione palestinese residente nella Striscia.

Sfollati e rifugiati: verso la fine di un brutto 2013

Quest’anno rischia di essere uno dei peggiori mai registrati per quanto riguarda il numero di uomini, donne e minori costretti a fuggire dai loro luoghi di residenza.

I rifugiati siriani raccontati in un fumetto

Slate Magazine, un giornale on line nato nel 1996, ha pubblicato in ottobre “The Displaced”  una Nonfiction del fumettista Andy Warner. Il breve racconto a fumetti si concentra sulla grave crisi umanitaria che ha colpito la Siria e la sua popolazione. Attraverso l’arte figurativa, un mezzo di comunicazione e informazione sempre più utilizzato, si cerca di rendere noto al pubblico la situazione di povertà e di pericolo in cui versano i siriani travolti dalla guerra. All’inizio dei conflitti, le persone in fuga erano circa 2 milioni, saliti ora a più di 3. Si prospetta che verranno raggiunti i 5 milioni prima nel 2014. La maggioranza dei rifugiati si trova nei campi libanesi e giordani, dove si sentono abbandonati, nonostante le numerose promesse di aiuto arrivate dalle istituzioni. Più della metà della popolazione colpita ha meno di 18 anni. La Siria, infatti, si trovava in una condizione di pieno boom demografico prima della guerra. Anche i tentativi delle Nazioni Unite di raccogliere fondi non sono andati come ci si aspettava mentre a crisi umanitaria non ha precedenti, se non, forse, nel genocidio in Ruanda. Andy Warner invita i lettori a non considerare i numeri come segni di una massa di uomini senza volto. Oltre le cifre vi sono storie di povertà, paure, amori e sogni infranti. La matita del fumettista ha saputo catturare in maniera stupefacente e immediata una realtà di cui tutti dovremmo essere consapevoli. The Displaced: il fumetto integrale http://andywarnercomics.com: il sito dell’autore    

La trasformazione dei conflitti

Dai tempi degli atti conclusivi della Seconda Guerra Mondiale, a oggi, la tipologia dei conflitti armati è cambiata in ogni angolo del pianeta. È soprattutto la loro natura che si è trasformata, rendendo i civili le principali vittime di questo nuovo tipo di guerre.

IL DIRITTO D’ASILO - REPORT 2020

“Alcune volte è una fuga, altre una scelta, sempre contiene una speranza e una promessa. La strada di chi lascia la sua terra”. Una graphic novel che racconta alle nuove generazioni le storie, le persone e le ragioni delle migrazioni.

La vignetta

by Mauro Biani – Repubblica
maurobiani.it

IL DIRITTO D’ASILO - REPORT 2020

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