«L’UE, i suoi Paesi membri e l’Italia, che hanno una parte di responsabilità in quanto sta avvenendo, devono mettere in campo iniziative all’altezza della tragedia che si svolge davanti ai nostri occhi»: lo afferma il documento sull’emergenza Afghanistan che il Tavolo asilo e immigrazione ha presentato a Roma. Diffuso anche un documento del Tavolo minori migranti.
Nove richieste rivolte insieme all’Italia e all’UE e otto rivolte solo al nostro Paese. Così è scandito il dettagliato documento sull’emergenza Afghanistan che il TAI (Tavolo asilo e immigrazione) ha presentato ieri a Roma con il titolo Intervenire con urgenza per garantire diritto d’asilo alle persone in fuga dall’Afghanistan.
Nel testo si legge fra l’altro: «L’UE, i suoi Paesi membri e l’Italia, che hanno una significativa parte di responsabilità in quanto sta avvenendo, devono mettere in campo iniziative all’altezza della tragedia che si svolge davanti ai nostri occhi».
Quelle “norme minime” mai applicate
Il TAI chiede in particolare una soluzione europea condivisa che utilizzi tutti gli strumenti già oggi disponibili: dal rilascio di visti umanitari all’attivazione, per la prima volta, della Direttiva n. 55/2001/CE sulle “norme minime per la concessione della protezione temporanea in caso di afflusso massiccio di sfollati”.
Questa direttiva è adottabile anche solo a maggioranza qualificata, spiegano le associazioni e gli organismi del TAI e, «pur non essendo mai stata applicata, contiene elementi e indicazioni utili alla crisi in atto: possibilità di adozione di un ampio piano di evacuazione concordato a livello europeo con ripartizione dell’accoglienza concordata dagli Stati sulla base di criteri equi che comunque tengano conto dei possibili legami significativi delle persone con un dato Paese della UE, accesso a risorse europee e rilascio di un titolo di soggiorno per protezione temporanea».
“Visti d’ingresso nelle rappresentanze consolari”
Invece, nel primo degli otto punti “tutti italiani” il TAI propone di trasferire alle rappresentanze consolari italiane nei Paesi confinanti con l’Afghanistan anche le competenze relative al rilascio di visti d’ingresso per cittadini afghani, in particolare quelli per ricongiungimento familiare, «o comunque il rilascio di visti umanitari, garantendo procedure rapide e semplificate che tengano conto della possibilità che il passaporto afghano possa essere scaduto o non sia più in possesso degli interessati, in considerazione della situazione e del mancato soggiorno regolare del richiedente nel Paese in cui la rappresentanza consolare è situata».
A questo link il testo completo del documento. Alla prima serie di adesioni (vedi la news su Vie di fuga del 7 settembre) si sono aggiunte quelle della rete Rivolti ai Balcani, delle campagne Io Accolgo ed Ero Straniero, ma anche di ADL Zavidovici Onlus, Amici Padre Damarco di Sarzana, Associazione Nessun Luogo è Lontano, Associazione per la Pace di Padova, Babelia & C., FNSI, Lungo la rotta balcanica, Ospiti in arrivo, Osservatorio Balcani e Caucaso Transeuropa, Progetto Melting pot Europa, SOS Diritti Venezia e Spazio condiviso ASD.
Il Tavolo minori migranti: “Pensare anche ai ragazzi nel limbo delle rotte migratorie”Un secondo documento di proposte per affrontare il meglio possibile l’emergenza afghana dal punto di vista delle esigenze degli under 18 è stato presentato ieri dagli organismi che formano il Tavolo minori migranti. «L’evacuazione verso l’Italia di circa 5000 afgani nel giro di pochi giorni ha consentito di portare in salvo anche centinaia di minorenni – afferma il Tavolo -, tra cui bambini molto piccoli, disabili e minori non accompagnati. Si tratta di un’iniziativa importante e meritoria a cui va il nostro apprezzamento, ma che non può considerarsi compiuta senza la garanzia di un’accoglienza di qualità e a misura di minore per tutti i bambini e gli adolescenti appena arrivati. Il loro percorso in Italia è appena iniziato e il sostegno che riceveranno nei primi giorni e nei prossimi mesi getterà le basi per il loro futuro che, dopo le sofferenze vissute, tutti vogliamo sia di sicurezza, crescita e piena inclusione nella società». A questo proposito si chiede che le famiglie afghane con minori abbiano al più presto accesso al SAI e che venga presto emanato l’atteso decreto relativo all’ampliamento della rete di accoglienza dei Comuni. Infatti «rispetto ai nuclei familiari, come già evidenziato in passato durante la triste pagina dell’adozione e applicazione dei cosiddetti “decreti sicurezza”, i centri di accoglienza straordinaria (CAS) non possono considerarsi luoghi adeguati alla presa in carico di bambini e bambine». Allo stesso tempo il Tavolo minori migranti (di cui fanno parte Ai.Bi., Amnesty International Italia, ASGI, Caritas Italiana, Centro Astalli, CeSPI, Consiglio Italiano per i Rifugiati-CIR, CISMAI, Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza-CNCA, Defence for Children International Italia, Emergency, InterSOS, Oxfam Italia, Salesiani per il Sociale, Save the Children Italia, SOS Villaggi dei Bambini e Terre des Hommes) richiama l’attenzione sulle «migliaia di bambini, bambine e adolescenti ancora nel Paese o bloccati nel limbo della rotta migratoria verso Occidente, in Turchia, in Grecia, sulla rotta balcanica e alle nostre frontiere nord, spesso vittime di respingimenti a catena, di violenza diretta e assistita, di sfruttamento, abusi e traffico di esseri umani». Qui il Tavolo rimanda alle proposte contenute nel documento generale del TAI (v. sopra in questa news), dove si chiede fra l’altro, per i migranti che riescono a raggiungere i confini dell’UE, di garantirne l’accesso e di ammetterli alla procedura per il riconoscimento della protezione internazionale, sospendendo i respingimenti messi in atto «sia dalle autorità nazionali sia dall’Agenzia europea per la guardia di frontiera e costiera», in particolare nel mar Egeo e verso la Turchia così come verso i Paesi extra-UE dei Balcani. Inoltre i corridoi umanitari che «auspicabilmente» saranno avviati per consentire l’ingresso sicuro di cittadini afghani dovranno includere anche i minori non accompagnati, «fino ad oggi generalmente esclusi da questi canali sicuri da Paesi extra-UE pur essendo tra i soggetti più vulnerabili in assoluto». Il documento del Tavolo minori migranti può essere scaricato da questo link. |
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