In una delle assemblee tematiche della 47ª Settimana sociale dei cattolici italiani, che si tiene a Torino fino al 15 settembre, si tratterà anche il tema del “Cammino comune con le famiglie immigrate”. Tra i materiali per i lavori della Settimana, anche il contributo di sintesi “Le famiglie rifugiate in Italia” a cura della redazione di Vie di fuga.
Si tiene a Torino da domani a domenica 15 settembre la 47ª Settimana sociale dei cattolici italiani. Il tema di questa edizione è “La famiglia, speranza e futuro per la società italiana”.
Il programma prevede tra l’altro, fra il 13 e il 15, i lavori di otto assemblee tematiche, una delle quali è dedicata al “Cammino comune con le famiglie immigrate”. Quest’ultima sarà presieduta da Maurizio Ambrosini, docente di Sociologia dei processi migratori e di Sociologia urbana all’Università Cattolica del Sacro Cuore. Fra i materiali preparati per i lavori c’è anche il contributo di sintesi Le famiglie rifugiate in Italia, richiesto alla redazione di Vie di fuga.
Famiglie “di passaggio”
«L’Italia non è un Paese per famiglie rifugiate – esordisce l’analisi di Vie di fuga -. I motivi sono tanti… ». Innanzitutto, tra i richiedenti asilo e i rifugiati le famiglie sono poco numerose (gli uomini, perlopiù giovani e soli, sono il quadruplo delle donne). Gli unici dati specifici disponibili censiscono i nuclei accolti nella rete di enti locali dello Sprar (il Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati): nel 2011, anno delle ultime cifre, si trattava di circa 600 famiglie. Quasi la metà erano composte da appena due persone, seguite da quelle di tre membri (quasi una su quattro); solo il 13% di tutti nuclei contava quattro componenti, mentre il 15% formava famiglie numerose con cinque componenti o più.
L’analisi di Vie di fuga presenta alcuni esempi di servizi di accoglienza rivolti alla famiglia rifugiata nel nostro Paese. Descrive l’iter faticoso e demotivante dei ricongiungimenti familiari in Italia e i meccanismi del regolamento europeo “Dublino II”, in cui incappano numerosi nuclei familiari. Tratteggia l’incerta frontiera del diritto d’asilo rappresentata dai minori senza famiglia, “non accompagnati”, “di passaggio” o respinti.
E denuncia un fenomeno inquietante: «Sempre più spesso i rifugiati riconosciuti dall’Italia che riescono a far arrivare i loro congiunti nel nostro Paese, scegliendo di sfidare la sorte (e il regolamento “Dublino II”) preferiscono che questi – solitamente la moglie – presentino domanda d’asilo in un secondo Paese europeo e cercano di farli arrivare a destinazione senza lasciare le impronte digitali. Se anche loro riceveranno protezione in quel Paese, il rifugiato “italiano” proverà a raggiungerli. Ciò significa che dall’Italia vogliono andarsene anche coloro che vi hanno ottenuto “protezione”. Accade perché siamo ancora un Paese incapace di garantire nei fatti, a chi ci chiede asilo in fuga da persecuzioni, violenze, torture, guerre o disastri naturali, quell’accoglienza che gli abbiamo garantito sulla carta».
La Settimane sociali: che cosa sono?
Organizzate dalla Chiesa italiana, le Settimane sociali si propongono come iniziative culturali ed ecclesiali «capaci di affrontare e se possibile anticipare gli interrogativi e le sfide talvolta radicali poste dall’attuale evoluzione della società – si legge nel Documento preparatorio a questa 47ª edizione -. La Chiesa italiana in questo spririto vuole non solo garantirsi uno strumento di ascolto e di ricerca, ma anche offrire ai centri e agli istituti di cultura, agli studiosi e agli operatori sociali occasioni di confronto e di approfondimento su quel che sta avvenendo e su quel che si deve fare per la crescita globale della società».
Allegato
Le famiglie rifugiate in Italia (settembre 2013, a cura di Vie di fuga)
Collegamenti
Il sito Internet delle Settimane sociali
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