È possibile valutare l’accoglienza di richiedenti asilo e rifugiati senza limitarsi al controllo delle fatture e alla corrispondenza fra protocolli e servizi resi? Questa la domanda al centro del webinar conclusivo del percorso “Diritto d’asilo, un percorso di umanità” organizzato dalla Fondazione Migrantes, dal Forum per cambiare l’ordine delle cose, da Europasilo e da Escapes. La sintesi degli interventi a cura della nostra redazione. L’incontro si è svolto il 16 giugno sotto il titolo “Strumenti: per una valutazione partecipata dei sistemi di accoglienza” e la sua registrazione video, come quella degli incontri precedenti, rimane disponibile on line.

Valutazione dei CAS: due anni di ricerca-azione
Materiali: “Valutazioni e monitoraggi possibili: riflessioni da due anni di ricerca-azione” (slide, file .pdf) |
“Ma perché non mi aiutano a diventare calciatore?” Never Alone e i progetti con i minori non accompagnati![]() «Per il nostro piano di monitoraggio e valutazione ci siamo affidati all’ISMU. Il nostro sistema si basa su incontri, interviste, report e si svolge attraverso un set di indicatori condivisi, scelti insieme alle realtà valutate. Possiamo così monitorare l’intervento a livello quali-quantitativo, ma non a livello finanziario, che è seguito dalla Fondazione Cariplo», ha riferito Maria Cristina Negro, project manager dell’iniziativa Never Alone che unisce otto fondazioni (perlopiù bancarie) in progetti per l’autonomia e il sostegno dei minori non accompagnati e dei neo-maggiorenni. «È importante – ha aggiunto Negro – che gli indicatori di risultato siano ben scelti, per verificare ad esempio, oltre al numero di corsi che i ragazzi hanno potuto seguire, se questi corsi siano stati utili a raggiungere gli obiettivi, che si tratti di inserimento lavorativo o di altro. A tre mesi dalla fine del progetto bisogna chiedersi: che cosa fanno oggi i ragazzi? Continuano a lavorare, hanno raggiunto l’autonomia per cui ci si era impegnati?». Però Negro riconosce: «Da qui al passo successivo, quello di una vera valutazione partecipata con il coinvolgimento dei ragazzi, il passaggio non è scontato. Ci proviamo ogni volta in incontri anche con loro. Però non tutti i valutatori hanno l’expertise per “farli parlare”, per metterli a loro agio, magari in presenza degli operatori del progetto». Senza contare che qui può entrare in gioco anche una… asimmetria di aspettative un po’ spiazzante: «Ci teniamo a sapere se i servizi ricevuti rispondono alle aspettative dei ragazzi. Ma non è facile quando loro ti rispondono che, da grandi, per lavoro vorrebbero fare i calciatori, come capita spesso…».
Materiali: Never Alone, i bandi, i progetti, la rendicontazione |
Allargando lo sguardo ai servizi socio-sanitari: l’esperienza dell’Emilia-Romagna
«Tutti i gestori dei servizi accreditati in Emilia-Romagna hanno l’obbligo di stendere una relazione annuale sulla valutazione e il miglioramento del servizio – ha sottolineato Tanzi -. Fare valutazione deve servire proprio a migliorare». |
“Perché non sia un mero giudizio…”![]() In un ultimo giro di brevi interventi, le relatrici hanno ancora risposto a una sollecitazione di Mariacristina Molfetta che ha preso lo spunto, fra l’altro, dalle procedure di valutazione nei progetti del sistema SAI-ex SPRAR tramite il “tutor territoriale”: «Come realizzare un processo di valutazione che non sia solo un mero giudizio su chi gestisce un progetto, ma questi si senta parte di un processo sociale e affiancato da persone che non siano solo lì per “sanzionarlo”, “bacchettarlo”, dargli una “pagella”, ma per accompagnarlo realmente?».
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