La (quasi) nuova agenzia dell’Ue per una maggiore collaborazione fra i Paesi membri sull’asilo ha tracciato il bilancio del primo anno di attività. Ma secondo il Parlamento europeo, l’impatto effettivo dell’organismo con sede a Malta «dipenderà dalla buona volontà dei Paesi membri nel fare pieno uso delle sue potenzialità».
Nel 2011 l’Italia ha ricevuto 34.100 domande d’asilo delle oltre 300.000 ricevute in tutti i Paesi dell’Unione europea. Ma in Francia e in Germania, i primi due Paesi in assoluto, le domande sono state rispettivamente 56.300 e 53.300. Nel 2011 il numero di richiedenti afgani, la nazionalità più numerosa, ha raggiunto il livello più alto dal 2002 (dopo l’invasione delle truppe Usa e alleate e il crollo del regime dei Taliban). Sempre nel 2011, la guerra civile in Siria tuttora in corso ha portato in Europa qualche migliaio di richiedenti asilo, soprattutto in Germania, ma i siriani costretti a fuggire soprattutto nei Paesi confinanti erano già stati decine di migliaia. Ancora, un flusso consistente di richiedenti asilo dai Paesi dei Balcani occidentali, per quanto complessivamente in calo a livello dell’Ue, ha messo «a dura prova» i sistemi di asilo e d’accoglienza del Belgio e del Lussemburgo e ha avuto una forte incidenza anche in Svezia e in Germania (per quanto riguarda i Balcani occidentali spicca l’aumento di richieste d’asilo presentate nell’Ue da cittadini albanesi, + 55%).
E infine c’è la difficile situazione della Grecia, stretta fra una forte pressione migratoria ai confini e la crisi economico-politica interna: una sentenza della Corte europea dei diritti umani di Strasburgo (la “MSS vs Belgium and Greece” del 21 gennaio 2011) ha spinto i Paesi membri a sospendere i trasferimenti di richiedenti asilo verso questo Paese a norma del regolamento “Dublino II”.
Dati di sintesi, dati già noti ma comunque utili a costruire uno sguardo d’insieme, un poco al di sopra delle “emergenze” e delle cronache nazionali. Li ha offerti, in queste settimane d’estate, il primo rapporto annuale dell’Easo (European Asylum Support Office).
Qui La Valletta
L’Easo è l’agenzia dell’Ue che ha il compito di «accrescere l’effettiva collaborazione» fra i Paesi membri nell’ambito della “Politica comune europea sull’asilo”, ma anche quello di oL’Easo è l’agenzia dell’Ue che ha il compito di «accrescere l’effettiva collaborazione» fra i Paesi membri nell’ambito della “Politica ffrire supporto ai Paesi membri il cui sistema di asilo è sottoposto a particolari pressioni. La fondazione è recente (maggio 2010), l’agenzia è operativa da poco più di un anno e proprio in questi giorni di settembre si è insediata nella nuova sede di La Valletta, sull’isola di Malta.
L’agenzia prevede un organico di 61 posti di cui solo 16 erano occupati alla fine del 2011 (oggi sono arrivati a 39) ed è diretta da Robert K. Visser, che a La Valletta, nel giorno dell’insediamento, ha così riassunto il primo anno di attività: iniziative di supporto alla Grecia e al Lussemburgo in difficoltà; avvio della realizzazione di un Early Warning and Preparedness System per individuare tempestivamente le situazioni di «particolare pressione nel settore dell’asilo»; formazione nei Paesi membri per il miglioramento e l’armonizzazione nelle politiche e nei servizi; la pubblicazione del primo di una serie di rapporti sui “Paesi d’origine” dedicato all’Afghanistan e di un rapporto «sulla metodologia per l’informazione sui Paesi d’origine»; infine, la creazione di un Forum consultivo per lo scambio di informazioni e conoscenze con la società civile.
AAA registration form cercasi
Il primo rapporto annuale Easo, oltre a illustrare più nel dettaglio le attività svolte dall’agenzia e i flussi di richiedenti asilo nel territorio dell’Unione, fa il punto sul Sistema comune europeo sull’asilo e sulla sua applicazione nelle legislazioni nazionali, anche tenendo conto delle giurisprudenze nazionali e di quella europea (Corte di giustizia europea e Corte europea dei diritti umani).
Quanto al Forum consultivo della società civile, nel rapporto si afferma che in questo 2012 sarà valutata la fattibilità di una «e-platform» per consultazioni on line e che nel 2011 l’Easo ha istituito un registro per il “Forum consultivo” aperto a tutti gli organismi della società civile interessati (si specifica che gli organismi saranno selezionati). Si riporta anche un link dove sarebbe disponibile il relativo registration form ma questo rinvia, ad oggi, a una pagina Web dove il form non è reperibile.
(Aggiornamento 6 ottobre 2012) – Dopo una nostra richiesta di chiarimento, l’Ufficio stampa dell’Easo ci ha informato che il form è scaricabile sul nuovo sito dell’agenzia www.easo.europa.eu (aperto pochi giorni fa), al fondo della prima videata della sezione About us.
“… e poi date una mano a Frontex”
Due giorni fa, l’11 settembre, il Parlamento europeo di Strasburgo in una risoluzione per il rafforzamento della solidarietà fra i Paesi dell’Ue in tema d’asilo ha riconosciuto le «potenzialità» della nuova agenzia della Valletta nel «ridurre le significative divergenze nelle pratiche d’asilo» tra i vari Paesi tramite una cooperazione più stretta. Ma nello stesso tempo ha sottolineato come «l’impatto dell’Easo dipenderà dalla buona volontà dei Paesi membri nel fare pieno uso delle sue potenzialità».
L’Europarlamento, inoltre, raccomanda all’Easo di «supportare Frontex (l’agenzia Ue per il controllo delle frontiere esterne, ndr) per quanto riguarda i suoi doveri relativi al diritto d’accesso alla protezione internazionale, e in particolare al principio di non-refoulement». Perché «le misure di controllo dei confini – ammonisce la risoluzione – dovrebbero essere applicate in maniera rispettosa della protezione».
Allegato
Collegamento
Il primo rapporto annuale Easo: l’analisi critica del blog Asilo in Europa
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