Sono arrivati a Bologna a settembre cinque studenti eritrei rifugiati: perfezioneranno i loro studi nell’Ateneo della città grazie al progetto UNI-CO-RE (Corridoi universitari per rifugiati). Il sostegno dell’UNHCR, la testimonianza video di uno dei cinque giovani.
Sono arrivati ai primi di settembre. Si chiamano Biniam, Awet, Hadish, Sami e Yohannes. E sono rifugiati: di origine eritrea e già accolti in Etiopia, sono potuti venire in Italia grazie al progetto UNI-CO-RE (University Corridors for Refugees) dell’Università di Bologna Alma Mater e dell’UNHCR in collaborazione con altri partner.
Si sono già laureati in Etiopia e ora possono completare i loro studi: quattro nei corsi di Ingegneria e uno nei corsi di Economia al Campus di Rimini.
«Per i giovani rifugiati – afferma l’UNHCR – l’università rappresenta una strada sicura per recuperare un senso di scopo e dignità dopo il trauma della fuga, oltre che per accedere al mercato del lavoro e diventare autosufficienti, dopo mesi o a volte anni di dipendenza da altri. Infine, un visto di studio rappresenta una valida alternativa ai pericolosi viaggi irregolari via terra o via mare, permettendo ai giovani rifugiati di accedere al territorio in sicurezza e dignità».
Qui sotto il video che raccoglie la testimonianza di uno degli studenti arrivati a Bologna, Yohannes.
Minori e giovani rifugiati: la sfida dell’istruzioneNel mondo solo il 63% dei bambini rifugiati frequenta la scuola primaria, mentre quasi due terzi non continuano gli studi. Per quanto riguarda invece l’istruzione superiore, la situazione è ancora più preoccupante: solo il 3% dei rifugiati ha accesso all’università, contro il 37% medio globale (dati del rapporto UNHCR Stepping Up: Refugee Education in Crisis, agosto 2019). Per l’UNHCR, «la questione dell’istruzione dei bambini e ragazzi rifugiati nel mondo va affrontata con urgenza. A fine 2018, si calcolavano oltre 25,9 milioni di rifugiati nel mondo, di cui 20,4 milioni sotto il mandato dell’UNHCR. Circa la metà aveva meno di 18 anni e milioni di loro vivevano in situazioni di crisi prolungate, con poche speranze di tornare a casa nel breve periodo». «Il sostegno all’iniziativa per l’istruzione secondaria sarà uno dei punti chiave del prossimo Forum Globale sui Rifugiati che si terrà nel dicembre 2019 e sarà un’importante occasione per rafforzare la risposta collettiva mondiale alla situazione dei rifugiati». |
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