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Sistema comune europeo di asilo? “No, ancora non ci siamo”

«Grandi differenze rispetto alle norme procedurali, alla tutela dei diritti, ai servizi d’integrazione e all’uso della detenzione amministrativa dei richiedenti asilo». Lo denuncia un aggiornatissimo rapporto di ricerca in 14 Paesi membri dell’Ue pubblicato dall’Ecre a Bruxelles.

No, «ancora non ci siamo»: il cammino verso il raggiungimento di un Sistema comune europeo di asilo giusto ed efficace è ancora lungo, nonostante gli sforzi degli ultimi 12 anni per armonizzare le politiche di asilo nazionali e l’adozione del “pacchetto asilo” a giugno 2013. Giunge a questa conlcusione il nuovo rapporto  Not there yet: an NGO perspective on challenges to a fair and effective Common European Asylum System, centrato sui sistemi di asilo in 14 Stati membri dell’Unione Europea, fra cui l’Italia, e appena presentato a Bruxelles dallo European Council on Refugees and Exiles (Ecre) .

Il progetto di ricerca che ha portato all’elaborazione del rapporto ha evidenziato grandi differenze rispetto alle norme procedurali, alla tutela dei diritti, ai servizi d’integrazione e all’uso della detenzione amministrativa dei richiedenti asilo.

“Più la fortuna che il diritto”

Christopher Hein, direttore del Cir.

Quanto all’Italia, in particolare «l’accesso ai centri di accoglienza è estremamente difficoltoso – ha dichiarato in occasione della presentazione Christopher Hein, direttore del Consiglio italiano rifugiati (Cir), che ha collaborato al progetto di ricerca per la situazione nel nostro Paese -.  Infatti, sono molti i richiedenti asilo che si trovano settimane, a volte mesi, a vivere per strada nelle città che dovrebbero accoglierli. Date queste condizioni si teme sempre più l’impatto che la crisi siriana può avere su un sistema di accoglienza già in forte sofferenza. Se si confronta questa situazione con quanto succede in un Paese come la Svezia, che mette in campo un sistema con più di 41.000 posti a fronte dei circa 11.000 disponibili in Italia, si comprende quanto sia diversa l’aspettativa di vita materiale di chi arriva nei diversi Paesi dell’Unione. D’altra parte, in Italia, i tassi di riconoscimento di protezione sono tra i più alti d’Europa. È per questa ragione che si assiste, ad esempio, al ritorno in Italia di rifugiati di origine afgana, che hanno ricevuto un diniego alla loro richiesta d’asilo proprio nei paesi del Nord Europa, e che rientrano nel nostro paese per vedersi riconosciuta una forma di protezione. In questa Europa sembra contare più la fortuna che il diritto, più che in un sistema di protezione e asilo comune sembra di essere in una lotteria».

Not there yet: an NGO perspective on challenges to a fair and effective Common European Asylum System è stato pubblicato nell’ambito del progetto Aida (“Asylum Information Database”), coordinato dall’Ecre in partenariato con il Forum Refugiés-Cosi, l’Hungarian Helsinki Committee e l’Irish Refugee Council, e con il supporto dello European Programme on Migration and Integration (Epim).

Collegamenti

Una scheda di sintesi del rapporto (testo in italiano, tabelle e schemi in inglese, file .pdf)

Il rapporto integrale (in inglese, file .pdf)

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