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A Torino via al “patto” tra la città e le associazioni islamiche

index* di Marco Calabrese

Il 9 febbraio 2016, il Comune di Torino e venti rappresentanti delle principali associazioni islamiche hanno firmato un Patto di condivisione, con il preciso obiettivo di “rendere evidente, leggibile e strutturato il lavoro fin qui fatto”.

Questo accordo comporta tre sostanziali novità: in primo luogo, un Coordinamento permanente, con le comunità religiose, luoghi di culto islamici e la Città, con l’obiettivo di garantire una comunicazione trasparente, gestire in modo congiunto i principali eventi e come ulteriore luogo dove poter discutere di idee, progetti e problemi.

La seconda novità riguarda l’installazione di bacheche informative all’interno dei centri islamici e dei luoghi di culto, affidate a giovani redattori, con lo scopo di promuovere le comunicazioni, gli eventi, le risorse e i servizi offerti dal comune.

Infine, la terza ed ultima novità, consiste nella proposta della Giornata Europea, “Moschea aperta, spazio per tutti”, pensata per creare occasioni di incontro tra la cittadinanza e i luoghi di culto per favorire il dialogo e la conoscenza reciproca.

Questo patto si aggiunge a precedenti iniziative, condivise dal Comune di Torino e dalle comunità islamiche, dalla presenza del menu halal e nelle scuole, l’assistenza spirituale negli ospedali e nelle carceri, la recente apertura della sala di preghiera per i musulmani all’aeroporto Sandro Pertini, fino all’educazione culturale e al pluralismo religioso negli istituti scolastici.

Il patto rappresenta un ulteriore passo verso un modello di integrazione che sembra essere l’unica vera alternativa ai muri che sempre più spesso vengono costruiti. Non solo perché le proposte contenute al suo interno faciliterebbero l’integrazione della comunità islamica torinese, ma soprattutto perché permetterebbe, grazie all’eventuale giornata Europea “Moschea aperta”, di far conoscere ai cittadini torinesi ed europei la realtà islamica in maniera più approfondita.

Conoscenza che pare essere l’unico mezzo disponibile contro la paura e la stigmatizzazione di certi ambienti e di certe categorie sociali, come quella dei rifugiati. Basti pensare a quante parole sono state spese dopo i recenti fatti di Colonia, o prima ancora di Parigi, riguardo a quest’ultimi e alle moschee per capire quanto accordi come questo siano necessari al fine di migliorare il dialogo già esistente tra le parti, affinché le diversità culturali non vengano strumentalizzate per fini politici e non.

Link
Testo integrale Patto di condivisione: http://www.islamtorino.it/firma-del-patto-di-condivisione-tra-citta-di-torino-e-centri-islamici/

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